L’agricoltura industriale moderna ha bisogno di controllare estensioni agricole davvero molto vaste, sia per poter rispondere al meglio alla domanda di verdura che arriva dalla sempre crescente popolazione mondiale, sia per poter produrre il mais e la soia necessari per l’allevamento di bestiame. Il problema è che per poter controllare estensioni agricole così vaste si è fatto ricorso negli anni in modo sempre più massiccio a pesticidi, sostanze chimiche, composti derivati del petrolio, che consentono di ottenere dei risultati efficaci in poco tempo, è vero, ma che allo stesso tempo sono agenti inquinanti davvero molto potenti con effetti letteralmente devastanti sull’ambiente in cui viviamo e sul clima. Non solo, tutte queste sostanze contaminano gli alimenti che arrivano a noi dalla terra, dannose per la nostra stessa salute quindi.

Proprio per questo motivo si è resa sempre più evidente negli ultimi anni la necessità di avere a disposizione una maggiore estensione di campi coltivati con il metodo biologico. Ma cos’è l’agricoltura biologica? Quali sono le sue più importanti caratteristiche? Cerchiamo insieme di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Agricoltura biologica: le sue caratteristiche più importanti

L’agricoltura biologica mette prima di tutto al bando ogni genere di pesticida e fertilizzante chimico, preferendo metodi naturali al cento per cento. Non solo, non si utilizzano ovviamente neanche antibiotici o altre sostanze sintetiche per permettere una più veloce crescita delle coltivazioni. Questo ovviamente significa che non si hanno ripercussioni negative sull’ambiente, né sull’aria, né sul suolo, né sulle falde acquifere. Questo significa inoltre che è possibile garantire al consumatore finale dei prodotti che sono salutari, genuini e del tutto innocui per la sua salute.

Le colture nell’agricoltura biologica sono a rotazione in modo che sia possibile sfruttare le risorse che la natura offre al meglio, garantendo al suolo la possibilità di non impoverirsi mai, ma anzi di riuscire a migliorare in modo netto la sua condizione anno dopo anno, un suolo che quindi risulta sempre più fertile. Avere la possibilità di aumentare la fertilità del terreno in modo del tutto naturale, consente ai campi di poter produrre con il passare del tempo una maggiore quantità di prodotti, oltre che ovviamente prodotti di sempre maggiore qualità.

L’agricoltura biologica prevede anche uno studio accurato del territorio, per fare in modo di scegliere le specie vegetali che meglio delle altre sono adatte per quel particolare ambiente e per rendere possibile una maggiore resistenza alle malattie. Inoltre sono ovviamente vietati tutti gli organismi geneticamente modificati, meglio conosciuto semplicemente con il nome di OGM, considerati pericolosi per il pianeta e per la salute, nemici inoltre della biodiversità.

Ricordiamo che l’agricoltura biologica prevede la pratica della pacciamatura che consiste nel coprire il suolo con fieno oppure erba fresca in modo da poterlo proteggere al meglio dagli sbalzi di temperatura e da tenere alla larga le piante infestanti, nonché la pratica del sovescio che consiste nel seminare alcune piante come ad esempio il trifoglio oppure il crescione per poterle utilizzare come fertilizzante e per proteggere il suolo al meglio dell’erosione.

Per quanto riguarda i possibili parassiti che possono intaccare le coltivazioni, l’agricoltura biologica prevede la salvaguardia di tutti gli insetti che sono naturali antagonisti dei parassiti. Questi insetti vengono inseriti nella coltivazione, specialmente tramite alcune piante che sono la loro dimora preferita, siepi e alberi. L’inserimento di questi elementi vegetali, consente ai campi coltivati in modo biologico di non avere un impatto negativo neanche sul paesaggio stesso, che risulterà più armonico, più naturale, più bello, altro dettaglio questo che non deve assolutamente essere sottovalutato. L’impatto dell’uomo insomma viene minimizzato in modo intenso sotto ogni punto di vista possibile.

L’agricoltura biologica nelle aziende agricole

Nelle aziende agricole dove sono presenti campi coltivati e bestiame da allevamento, solitamente si pratica un’agricoltura a ciclo chiuso. Questo significa che il letame del bestiame presente viene utilizzato per fertilizzare al meglio il terreno. Questo significa che una parte dei terreni viene utilizzata per produrre il foraggio necessario per poter allevare al meglio gli animali.

L’azienda inoltre si occupa sempre di salvaguardare l’ambiente circostante inserendo boschi, siepi, spazi non coltivati dove la natura può prendere il sopravvento, così che sia possibile garantire una dimora a insetti di varia tipologia, uccelli di molte diverse specie e piccoli mammiferi, tutti esseri viventi che spesso sono amici delle coltivazioni in quanto tengono alla larga i parassiti, esseri viventi che in questo modo vengono salvaguardati quanto più possibile e che hanno a disposizione un habitat ad hoc. Produttività e salvaguardia ambientale insomma vanno di pari passo nelle aziende agricole.

Agricoltura biologica: un modo per tornare indietro nel tempo?

Molte persone credono che praticare l’agricoltura biologica sia un po’ come tornare indietro nel tempo, facendo ricorso ai vecchi metodi di coltivazione dei campi, rispolverando le più antiche tradizioni. In parte è sicuramente vero, e dobbiamo ammettere che si tratta di un passo indietro nel tempo che deve essere letto come positivo. Alle volte gli uomini devono fermarsi, capire che il progresso eccessivo che hanno voluto a tutti i costi ottenere ha portato a conseguenze negative, tornare sui propri passi, e da lì, da quei vecchi e antichi passi ricominciare. Ricominciare appunto: anche se si tratta cioè di un passo indietro nel tempo, non è necessario fermarsi, ma anzi è importante progredire, ma con una diversa consapevolezza, con un diverso obiettivo in mente.

I controlli necessari

Non è certo possibile mettere sul mercato un prodotto indicandolo come biologico, se non è stato sottoposto a tutti i controlli necessari, disciplinati dall’Unione Europea che si occupa infatti in modo diretto dell’agricoltura biologica ormai dal 1991. Gli organismi di controllo che sono nati nel corso degli anni per le coltivazioni biologiche sono davvero numerosi e sono proprio loro che consentono alle aziende di poter ottenere sul loro prodotto il logo di biologico. Ci sentiamo in dovere di ricordare che questo logo può essere posizionato sulle materie prime che arrivano dalla terra, ma anche su prodotti lavorati. In questo secondo caso è necessario che almeno il 95% degli ingredienti sia di derivazione biologica per poter ottenere il logo.